mercoledì 27 aprile 2011

Condannato a Pordenone per insulto razzista ad africano, l’opinione di Smiroldo


Il responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti: “Bene la Cassazione. Al di là delle motivazioni che spinsero il cittadino straniero a ritirare la denuncia, rimaneva il fatto compiuto”


Il 28 settembre 2007 un cittadino pordenonese insultò un immigrato africano dicendogli di ‘tornare a mangiare banane in Africa’ e definendolo non un uomo ma una‘scimmia’. Il cittadino straniero querelò l’uomo, ma dopo qualche giorno ritirò l’accusa. Recentemente il procuratore generale della Corte d’appello di Trieste a fatto ricorso in Cassazione contro il proscioglimento.

“Credo che la decisione di riaprire il caso sia stata legittima e spiegata dal fatto che un insulto razziale del genere debba assolutamente essere condannato – osserva Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti -. Al di là delle motivazioni che spinsero il ragazzo immigrato a ritirare la denuncia, rimaneva il fatto compiuto.
Soprattutto nel nord-est italiano c’è un atteggiamento, incitato dalla Lega, di avversione allo straniero. Occorre precisare però, che per ‘straniero’ viene inteso solo chi emigra da paesi poveri.
La base di Aviano implica la presenza di molti americani a Pordenone, ma nessuno mai si sognerebbe di dirgli “extra-comunitario”. I migranti ricchi non danno fastidio”.

Il ricorso presentato in Cassazione, in ragione di una presunta aggravante dell’insulto razziale, è stato giudicato fondato e martedì 26 aprile è stata espressa la sentenza di condanna.

“La parola ‘extra-comunitario’ – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, dovrebbe essere bandita dal vocabolario giornalistico; in questo paese è un termine usato molto spesso impropriamente: colui che sporca, procura fastidio, scomodo, da evitare ed isolare, che possiede un credo differente dal nostro, pericoloso ed in casi come questo, si arriva addirittura ad insulti molto pesanti, inaccettabili”.
Smiroldo spiega inoltre che la Lega Nord esercita un pressing costante sui cittadini, attraverso strumenti di propaganda razzista. L’ultima trovata è una petizione promossa dal Carroccio per impedire la realizzazione di una moschea, in un luogo simile ad un garage, che il comune di Pordenone aveva concesso ai fedeli per dare loro la possibilità di raccogliersi in preghiera.

martedì 13 aprile 2010

In Friuli sconto sull’affitto per chi ha figli bamboccioni, l’analisi di Smiroldo


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Iniziativa degna di lode, ma chiedo di estendere l’assistenza anche ad altre fasce sociali”


Trieste – “Da sempre il Friuli Venezia-Giulia si è battuto in prima linea per ovviare alle difficoltà in materia casa. Negli anni ’80 è stata l’unica Regione italiana a farsi carico delle agevolazioni sulla prima abitazione, e l’annuncio di ieri altro non è che il naturale proseguimento di questa politica”.

Con queste dichiarazioni Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia-Giulia dell’Italia dei Diritti, commenta la decisione della Regione di rivedere i criteri con i quali le singole Ater provinciali determinano i canoni degli alloggi.
La norma consentirà di non perdere le riduzioni dei prezzi degli affitti riservate alle famiglie che hanno a carico figli minorenni.
Verrà eliminata anche la normativa che prevedeva la perdita del diritto alla casa Ater nel caso in cui il reddito del nucleo familiare sforasse i limiti previsti perché il figlio trovava un lavoro.


“Pur lodando l’impegno sulla questione case – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – chiedo a chi di dovere di prendersi altrettanto cura di tutti coloro che attualmente non possiedono reddito poiché disoccupati, e soprattutto di coloro che neanche possiedono un’abitazione”.

Angolano malato messo per strada a Pordenone, la denuncia dell’Italia dei Diritti


Luigino Smiroldo, responsabile friulano del movimento:“È un uomo che vuole soltanto lavorare e non ridursi a chiedere l’elemosina”

Trieste – “La situazione è molto critica e urge una sensibilizzazione sulla vicenda di questo signore africano che da anni vive nel nostro paese e che si trova attualmente senza una casa, un lavoro e un vitto”. L’Italia dei Diritti, per bocca del suo responsabile per il Friuli-Venezia Giulia Luigino Smiroldo, ha deciso di sposare la causa di Antonio Kissungu, cinquantatreenne angolano fuggito in Italia alla fine degli anni ottanta per scampare a una violenta guerra civile che ha messo in ginocchio la sua nazione. Con un diploma di maestro in tasca, è passato attraverso tutta la disumana trafila del clandestino pagato a ore nei campi, fino a giungere a Pordenone, dove in breve tempo ha ottenuto un contratto come dipendente in una cooperativa, poi in varie aziende. Circa tre anni fa, a causa di una labirintite che ne ha notevolmente ridotto le prestazioni lavorative, ha subìto un licenziamento e da allora per lui è iniziato il calvario. Sfrattato, è stato ospitato dal parroco finchè, grazie all’intervento personale di Luigino Smiroldo, il comune gli ha trovato una sistemazione e la provincia di Pordenone ha messo a disposizione 4.500 euro per farlo rimpatriare e avviarlo alla professione di gelataio, dopo aver svolto un periodo di tirocinio in Germania presso l’Associazione Italiana Gelatai. “Sembrava che tutto stesse per concludersi nel migliore dei modi – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sono nati altre complicazioni per via del passaporto che Antonio non ha. L’assistente sociale mi ha detto che deve essere ritirato in Angola ma l’ambasciata mi ha smentito questo iter procedurale. Nel frattempo, come se non bastasse, il sindaco ha imposto ad Antonio lo sgombero dell’alloggio e la restituzione di 1.500 euro per i pasti somministratigli, il tutto entro il 12 aprile e senza alcuna possibilità di proroga. Non posso negare la disponibilità che ci è stata accordata dalle istituzioni, ma ora questo signore rischia di finire in mezzo a una strada. Tra l’altro è di salute cagionevole e non chiede altro che di poter lavorare e vivere in maniera dignitosa”.

venerdì 9 aprile 2010

A Pordenone per chi è nero il caffè costa di più, il disgusto di Smiroldo


Il responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti: “Comportamenti da condannare e correggere immediatamente”

Inaudito episodio di razzismo a Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dove il giorno di Pasqua la titolare di un bar, una cinese di 20 anni, dopo aver chiesto ad un cliente originario del Bukina Faso, 1 euro per un caffè invece dei soliti 90 centesimi, di fronte alle vibranti proteste dell’uomo ha risposto: “Sei nero, paghi il caffè un euro”. A questo punto l’operaio di colore si è rivolto ai carabinieri, davanti ai quali la barista ha ammesso le sue colpe asserendo però che tale escamotage le fosse stato consigliato dai clienti italiani.

“Questo è un gravissimo caso di razzismo sociale”, dice amareggiato Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti, intervenuto a commentare la vicenda. “Infatti – spiega il rappresentante del movimento extraparlamentare che fa riferimento ad Antonello De Pierro –, è verissimo che in queste zone c’è un atteggiamento razzista verso le persone di colore, ma solo per quelle provenienti dall’Africa, e non già verso gli afroamericani che qui abbondano, considerata la presenza di una base militare statunitense in provincia di Pordenone, a pochi chilometri dal bar incriminato”. È proprio su questo aspetto che scatta la provocazione di Smiroldo contro il dilagante malcostume sociale degli italiani e di altre etnie della regione nei riguardi degli immigrati africani: “Siccome ci sono partiti che soffiano sul fuoco della xenofobia mi chiedo perché non mettano un gazebo davanti la base militare Usa con l’invito ad usare il sapone dopo aver toccato un extracomunitario, così come accaduto poco tempo fa in un altro comune italiano. In fondo anche gli americani sono extracomunitari. La verità è che un pover’uomo, un disagiato o un disoccupato viene discriminato più per il suo status sociale che non per il colore della sua pelle. In entrambi i casi sono comportamenti da condannare e correggere immediatamente”.

mercoledì 20 gennaio 2010

Cartelli bilingui in Friuli, Smiroldo approva



Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “È arrivato il momento di costruire una vera e propria sinergia di intenti con il governo sloveno”




Trieste - “Purtroppo negli ultimi cinquant’anni si è venuto a creare una sorta di muro ideologico fra italiani e sloveni, ed è giunto il momento di abbatterlo. Approvo completamente la richiesta fatta pervenire dal presidente della Slovenia, Danilo Turk, e dal Comitato paritetico istituzionale per i problemi della minoranza slovena. Se l’estensione del bilinguismo ai gestori dei pubblici servizi può aiutare a migliorare il rapporto con gli sloveni presenti sul nostro territorio, allora ben venga”.


Queste le parole con cui Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia-Giulia dell’Italia dei Diritti, commenta l’ipotesi di ampliare l’applicazione dell’articolo 10 della legge 38 per la tutela della minoranza slovena, attraverso l’installazione di cartelli bilingui nei circuiti regionali di Poste Italiane, Anas, Ferrovie dello Stato, ed altre società pubbliche .



La Regione dovrebbe favorire e sostenere ogni politica volta a incentivare l’integrazione fra popoli – sostiene l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – ciò che chiedo alla Slovenia è che siano preservati e tutelati anche i diritti dei nostri connazionali al di là del confine”.

mercoledì 2 dicembre 2009

Crack finanziario nei comuni friulani, Smiroldo commenta


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:”La disinformazione e l’ignoranza sono alla base di questi eventi”


“Nel ricorrere all’utilizzo di sistemi finanziari non sicuri il risultato non può essere che questo”. Il commento di Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti, si riferisce alla notizia che da una inchiesta della Corte dei Conti su Comuni e Province del Friuli, già 4 sono risultati in perdita mentre altri 3, tra cui la città di Udine, stanno per chiudere allo stesso modo. E’ stata quindi avviata una inchiesta per ipotesi di danno erariale sugli investimenti degli enti locali in prodotti finanziari derivati. Lo scopo è quello di accertare se i sottoscrittori fossero consapevoli di ciò che stavano facendo o si siano affidati ai consulenti con cieca ignoranza. “Ciò che sta accadendo è probabilmente il frutto di una cattiva informazione – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – da parte di chi offre e di chi sottoscrive questi servizi. Funzionari e politici dimostrano in questo incompetenza e irresponsabilità, nel cadere in trappole di proposte finanziarie non protette. Se ne potrebbe addirittura presupporre un furto alla cittadinanza, in quanto difficilmente sarà accertata la verità dei fatti – conclude Smiroldo. Nello svolgimento di operazioni di questo tipo è d’obbligo una conoscenza approfondita della materia”.